Tutto quello che avrei voluto sapere prima di iniziare ad andare dallo psicologo

“Ho 25 anni, e sono in terapia da parecchi anni. In questo decennio ho avuto esperienza di uno psicologo infantile, diversi tentativi con la terapia cognitivo-comportamentale e l’analisi, e numerosi psicologi. Se fosse un matrimonio, starei festeggiando le nozze di alluminio—ovvero un legame che può piegarsi ma non venire spezzato. Non mi viene in mente di meglio, considerando che ho attraversato fasi in cui pensavo di smettere, salvo poi tornare con la coda tra le gambe.

Sono stata in terapia per problemi vari, inclusi ansia e disturbi dell’alimentazione, e per altre cose di cui non esiste una definizione precisa. Ancora oggi non sono assolutamente in grado di dire come faccia la terapia a funzionare per problemi così diversi, e come mai ogni persona risponda in modo diverso. Eppure ho capito un sacco di cose, cose che avrei voluto che qualcuno mi avesse detto subito.”

Trova il terapeuta giusto

Gli psicologi sono persone, e come tutte le persone possono starci antipatici. Probabilmente il fatto che il tuo psicologo ti piaccia non ti piaccia ha un significato che va indagato assieme. Comunque, è meglio se non ti sta antipatico e—ancora più importante—se ti fidi di lui/lei.

Alcuni terapeuti sono molto empatici. Io ne ho avuto uno così: con lui le sedute duravano ben più dell’ora canonica. Dopo ogni seduta mi salutava con la mano dall’uscio di casa finché non scomparivo dietro l’angolo—e a quel punto scoppiavo a piangere perché era carino con me e mi ricordava che io non ero mai carina con me stessa.

Altri terapeuti invece sono eccessivamente distaccati e ti lasciano proiettare su di loro tutto quello che vuoi. Ti siedi sulla poltrona del loro studio, racconti i tuoi traumi e la loro faccia rimane inespressiva. Ti sembra che non ti abbiano nemmeno sentito. Nessuno dei due approcci è sbagliato a prescindere, basta che funzioni.

Non devi voler piacere al tuo psicologo

È naturale voler piacere alle persone. A volte, quando racconto qualcosa alla mia psicoterapeuta, mi ritrovo a modulare la voce, assumere un tono drammatico e accompagnare il racconto con gesti di vario tipo nell’esplicito tentativo di intrattenerla. Se la faccio ridere, mi sento bene. Se ho qualche problema particolare, durante il percorso da casa al suo studio entro in paranoia perché ho paura di annoiarla. E cerco sempre qualche aneddoto divertente con cui iniziare, per rompere il ghiaccio.

Ma proprio come il tuo psicologo non deve per forza piacere a te, tu non devi per forza piacere al tuo psicologo. Anzi, non devi volergli piacere: se cerchi di piacergli non avrai mai sedute produttive. È un professionista lì per aiutarti, non per farsi intrattenere.

Non devi nascondergli niente

Sii totalmente sincero. Ci ho messo anni, io, a non nascondere informazioni ai miei terapeuti, ed è un problema che si ripresenta ciclicamente ogni volta che ne vedo uno nuovo: “Se gli dico questa cosa penserà che sono una brutta persona/una stupida.” Forse è un meccanismo dovuto alla differenza d’età—i miei terapeuti sono sempre stati molto più grandi di me—o più probabilmente al fatto che condividere certe cose è particolarmente spiacevole e imbarazzante.

Ma perché lo fai? Qualsiasi cosa tu voglia nascondergli, probabilmente ha già sentito di peggio. Se gli nascondi le cose, non potrà mai aiutarti davvero. La cosa che mi piace meno della terapia è il fatto che nessuno ti verrà mai a dire cosa ha capito di te. Ti lasceranno a farti venire in mente le cose da solo, ad arrivarci come in reazione a qualcosa che ti viene detto. Perciò devi considerare tutto quel parlare di cose anche orribili come un parlare a te stesso. Quindi devi considerare il tuo terapeuta come un’estensione di te.

Metti in chiaro fin da subito cosa vuoi ottenere

Quella volta che ho cambiato il mio psicologo con una psicologa per parlare di sesso più liberamente, ho risolto molto rapidamente il problema che mi tormentava. Avevo identificato con grande precisione il punto su cui la mia relazione si era arenata, ed era esattamente di quello che volevo parlare per riuscire ad avere una relazione sana in futuro. Sono arrivata in studio per la prima seduta con tutta una serie di obiettivi e temi da trattare, che ha apprezzato. Mi ha però detto che preferiva che per le prossime sedute non mi preparassi i contenuti.

La comunicazione è essenziale. Se pensi che non state arrivando da nessuna parte, dillo chiaramente.

Non ti ricorderai mai cos’è che ti hanno detto che ti ha aiutato

Una seduta è un periodo di tempo in cui tu e il tuo terapeuta parlate finché da questo scambio verbale non si arriva a una rivelazione, e improvvisamente ti senti meglio. Una volta che esci dal suo studio, però, non sei in grado di ricordare cos’è stato a farti stare meglio, che frase ha fatto scattare la rivelazione. Può essere frustrante.

Un terapeuta non deve dirti cosa fare

Uno psicologo una volta ha cercato in tutti i modi di convincermi a prendere una certa decisione importante. Alla fine ho fatto come diceva lui, ma sono consapevole di averlo fatto solo perché, appunto, me lo aveva detto lui. Non lasciare che prendano il timone della tua vita.

Il modo in cui ti rapporti con le altre persone cambierà

Dopo anni di terapia, non so dire se anche prima ero una persona così aperta con gli altri o se lo sono adesso proprio perché da anni vado in terapia.

Penserai che il tuo psicologo ti spii

Forse sono solo egocentrica, ma penso sempre che gli psicologi mi cerchino su Google.

Non potrai più immaginare la tua vita senza…

Spesso mi sono chiesta se la terapia non sia diventata per me una specie di paracadute.

Articolo scritto da una paziente anonima per altri potenziali pazienti anonimi…

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